Misera
condizione quella
sperimentata a metà gennaio u.s. dai federalisti europei,
sottoscritto
compreso, che attendevano l’imminente vertice romano a due
più uno, fra la
Merkel, Sarkò e il sopraggiunto – una volta messo
Bunga Bunga sotto il tappeto –
Mariuccio-Monti-che-Dio-lo-abbia-in-gloria. Misera e
contraddittoria, in verità, non soltanto per gli spinelliani
del
tutto e subito, già pronti con gli striscioni “Federal Union Now!”, che
hanno preso atto ancora una volta
del rinvio del miracolo a data da destinarsi. Ma miserabile e
sconfortante
anche per tutta la UE nel suo insieme, presidente Napolitano, o no? Con
la
quantità di problemi sul tappeto, con il rating
che ti bastona e lo spread che ti
stende,
basta il capriccio di un Président
che
il macchinario si ferma, i piloti scendono e il mondo intero resta in
attesa
di far la stessa fine della Costa Concordia, con capitan Schettino e la
moldava
furbetta che manco ci pensano di risalire a bbòrdo.
Dopodiché
la pantomima
politico-mediatica si è accesa furiosa, come e peggio che
per il Giglio. Nel
senso: la colpa è di Angela, anzi, di tutti i tedeschi, che
sotto sotto rimangono
sempre gli stessi; ma no, stavolta è di Nicolas, che fa le
bizze causa (la) Le Pen
alle terga; o sarà stata invece la mazzata di Standard
& Poor’s
a
togliergli la voglia di presentarsi ai giornalisti? E via
così
spettegolando con l’immancabile petulanza, ora da trivio, ora
salotto.
Però,
però, anche a non
voler rinnovare certe interiezioni del comandante De Falco –
una vera manna per
il Corriere della Sera, che ha
potuto
finalmente, grazie ai morti della Concordia, sdoganare la parolaccia
vietata – ma,
poffarbacco, con la nave UE che affonda, non sarà
l’ora di occuparsi di
proposte concrete? Ebbene, dai tedeschi, proprio loro, ma nessuno ne
parla, è
venuta una proposta più che meritevole di attenzione. Vale a
dire che al suo recente
congresso, la Cdu, il partito della cancelliera, ha sfornato una
mozione, sia
pure non cogente, che potrebbe curare la sindrome
dell’unificazione a
singhiozzo.
Leggere per
credere. Oltre a rinnovare la
vocazione identitaria della Cdu, definita, in inglese, “the
German party of Europe”,
nonché
l’impegno a completare
l’unione economica e
monetaria, il Beschluss, o mozione
suddetta, ha buttato lì
sul tavolo un ragionevolissimo pacchetto, comprensivo di dare e avere,
che
suona come segue:
a)
Noi vogliamo che
l’Unione politica abbia
un volto che la rappresenti. Perciò il Presidente della
Commissione deve in
futuro essere eletto direttamente da tutti i cittadini
dell’Unione.
b)
Noi vogliamo per
l’Unione politica un
sistema democratico bicamerale, incentrato, paritariamente, sul
Parlamento
europeo, quale Camera eletta direttamente dai cittadini, e sul
Consiglio dei
Ministri, in rappresentanza degli stati della UE. Ambedue le Camere,
accanto
alla Commissione, devono possedere il diritto di iniziativa legislativa.
c)
La ripartizione
dei mandati al Parlamento
europeo deve, a medio termine, rispecchiare più fedelmente
la consistenza
demografica dei singoli stati membri.
Finalmente una
proposta efficiente,
che promette un deciso passo in avanti dell’Unione, evitando
le umoralità dei
direttorii a due o a tre! D’accordo, i premier,
poveracci, sono succubi dei loro elettorati e delle consultazioni che
si
avvicinano, però, di fatto, ci governano alla Schettino.
Viceversa, un Presidente
della Commissione eletto direttamente da tutti i cittadini –
ma si intende forse
il leader del partito uscito
vincitore dalle elezioni europee? in realtà quel “direkt”
appare più forte – ebbene un presidente del
genere, con quel mandato
popolare: uno) confermerebbe che ormai dall’obiettivo
federale non si torna
indietro; due) starebbe tuttodì in sala comando tipo De
Falco, visto che per
essere eletto dovrebbe possedere un carisma parecchio superiore a
quello di
Manuel José, per quanto gli si possa voler bene.
Peraltro, il
mantenimento del Consiglio dei ministri (che non sarebbe un Senato
degli
stati), insieme ad altri aspetti a carattere confederale, manterrebbe
il naviglio
della UE su registri monnettianamente evolutivi, senza fare del
Presidente
della Commissione una sorta di nuovo Washington. Sicché,
tranquillo professor Monti-che-Dio-comunque-l’abbia, il pericolo
degli Stati Uniti d’Europa, da lei paventato
nell’intervista
a «Die
Welt»,
non sarebbe così incombente.
In cambio i
tedeschi cosa vogliono? Una
rappresentanza più equa, ovvero più deputati
teutonici al Parlamento europeo,
oggi sottodimensionati a causa di una ripartizione dei seggi a tutto
vantaggio
dei paesi piccoli. Giustissimo! la Cdu, ma anche la Corte federale di
Karlsruhe, che si è espressa al riguardo, hanno ragione. Se
modello federale ha
da essere, che lo sia sul serio.
Un patto con i
tedeschi, dunque, benché
gli staterelli formica della UE, nel loro piccolo... Sicuramente da
approfondire meglio, come questo foglio tenterà di fare sul
proprio sito e nei
prossimi numeri. Ma almeno una trattativa con prospettive operative. O
la Cdu
ha tentato invece il depistaggio per sostenere le notorie renitenze
della cancelliera?
Non impossibile, ma allora, il bluff,
almeno, andiamolo a vedere. E non è detto che se ne esca per
forza a mani
vuote.
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